lunedì 25 marzo 2013

Af Ursin - Die Antizipation Des Generalised Other


Timo Van Luijk è senz'altro uno dei musicisti più poliedrici ed interessanti dell'odierno panorama musicale. Attivo sin dalla prima metà degli anni '90 nei Noise Maker's Fifes decise di dedicarsi più approfonditamente a uno sviluppo personale ed intimo del suono dal '96 quando, lasciato il gruppo belga, passo alla carriera solista come Af Ursin, solo successivamente a distanza di quasi dieci anni poi si sarebbe ricongiunto con quello che rimaneva dei Noise Maker's Fifes per creare gli Onde.
Durante e successivamente questo periodo una lunga e prolifica attività lo ha portato a collaborare con una moltitudine di artisti tra i quali K. Vanderstraeten, F. Croene ma anche C. Heemann con il quale ha fondato gli In Camera o A. Chalk negli Elodie per finire con gli Asra. Una carriera dunque difficile da compendiare ma che sicuramente vale la pena di esplorare. Il sound dell'artista in questione, che usa quasi se non esclusivamente solo strumenti creati da lui stesso, spazia dalla musica contemporanea seppur di forte impronta minimale alla musica elettronica d'avanguardia ereditata dalle sperimentazioni elettroniche di maestri come K. Stockhausen, Rune Lindblad o I. Mimaroglu.
Questo piccolo lavoro uploadato è un EP rilasciato in una manciata di copie, spero possa piacere e soprattutto spero di non aver scritto eccessive eresie nell'articolo.

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lunedì 11 marzo 2013

V/A - Capannoni Febbricitanti


Early '80 industrial compilation from Megamagomusic with: Industrial Zone, G. Borghini, Radio Blaxa & Lyke Wake.

Impossible without Carlo .

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sabato 2 marzo 2013

Le Forbici Di Manitù - Zona Di Invisibilità


"La galleria "Zona Di Visibilità" è nata a Scandiano nel 1990 e ha tenuto 8 personali esibizioni valorizzando nuove esperienze nel campo dell'arte. Hanno esposto: Raffaele Facci,  Salvatore Barone, Elia Greggio, Vanna Romualdi, Costantino Bassanos, Enrico Marani, Stefano Bernardelli, Roberta Fanti. In coincidenza con la presentazione del catalogo si è tenuta una esposizione collettiva degli 8 artisti che avevano esposto durante l'anno singolarmente, Per questa occasione la direzione artistica della galleria ha commissionato alle Foribici Di Manitù una ambientazione sonora per accompagnare l'evento. Una presenza senza spessore; da qui "Zona Di Invisibilità", un lavoro articolato in 6 parti per la durata di un'ora. Abbiamo reso disponibile questa "colonna sonora"come traccia per la memoria.
Nascendo come una "scultura sonora" da esporre in una mostra, accanto a sculture vere, questa musica ha privilegiato intenzionalmente caratteri come la scarsa variabilità, la quasi assenza di effetti drammatici sia ritmici che melodici, la stasi armonica, accetera; insomma, detto in parole povere è un pò monocorde, in modo da non distrarre la gente dai pezzi della mostra. Noi della Rosa Luxemburg Corporation siamo sempre pronti a vampirizzare ogni lavoro che sia più o meno finito e di dimensioni adatte, per accrescere il nostro catalogo (cosa che ci eccita alquanto). Ci siamo però posti il problema: non diventerà un pò troppo monotona, come cassetta?(per non usare appellativi più grezzi). Detto che anche per non dissuadere il pubblico dall'ascoltatore il lavoro di Marani e Ross, permalosissimi, la risposta doveva essere a priori no, abbiamo fatto un considerevole lavoro (anti)critico, per fornire all'ascoltatore motivazioni e modalità d'uso. Una parentesi sulle forbici: si, l'organico è cambiato. Manitù Rossi,  dopo una amichevole separazione da Alberto (che ha venduto dischi e strumenti e ora si occupa soprattutto di frattali) e una separazione da Satana Cianciulli, (i particolari sono troppo cruenti per essere riferiti), si è alleato con Enrico Marani, già poliedrico artista figurativo, e non da ieri appassionato scultore di suoni (vedi il suo parallelo lavoro con i T.A.C.). Secondo noi hanno fatto bene, checchè ne dicano i fans della prima ora, a mantenere il nome Le Forbici Di Manitù, perchè Marani e Rossi è una presentazione da Vermut. Dicevamo allora della cassetta: un modo di intenderla è semplicemente come un souvenir della mostra, una specie di "catalogo emotivo" parallelo a quello vero e proprio. Un modo di ascoltarla, invece, potrebbe essere simile al modello di fruizione già attuato alla mostra, dove si camminava e si stava attenti a qualcosa d'altro: vi suggeriamo allora delle semplici attività motorie da compiere durante l'ascolto, come tagliarsi le unghie, fare delle flessioni, delle circonduzioni degli arti o anche solo dei polsi. Lo yoga potrebbe andar bene, ma forse è troppo statico. Controindicati i lavori domestici ripetitivi tipo stirare, lavare i piatti, ecc., che amplificherebbero l'alienzione invece di dissiparla. Si realizzerà così uno stupendo e inedito effetto: la musica creerà un' "ambiente", divenendo parte integrante e non aggressiva. È una concezione totalmente nuova e originalissima che per quanto ci consta non ha precedenti in tutta la cultura musicale occidentale degli ultimi 8 secoli. E non date retta a chi (la vostra cultura, i vostri amici, i nostri nemici) vi dice che i realtà è roba rifritta, basta vedere Satie, Brian Eno e i dischi "ambient", la "muzak" da supermercato, eccetera: NON C'ENTRA NULLA! Anche se, sconsolati, dobbiamo a questo punto ammettere che non sappiamo assolutamente motivarvi il perchè.
Perplessi vi salutiamo
ROSA LUXEMBURG CORPORATION
art direction" 

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