lunedì 14 novembre 2011

La musica dei numeri primi


Michele Pattoni è indubbiamente un'eclettico, uno stravagante, un transgender che dopo album d'autore per la Tzadik, reinterpretazioni di classicissimi da Cantagiro ed un pò di quello e un pò di quell'altro decide di impossessarsi della colonna sonora del film di cui avete capito tutti il titolo.
Pattoni nelle vesti di ri/arrangiatore ci fa scoprire traccia per traccia (opportunamente numerata) un sound molesto, logoro, cupo, tipico degli sgabuzzini bui pieni di cianfrusaglie con su tanta polvere. I carillon stridono e le porte scricchiolano, c'è comunque una finestrella che fa passare quel poco di luce che serve per vedere dove si mettono i piedi perché inciampare tra la mobilia disordinata è sempre molto fastidioso. I sedici stralci di album sono intensi, quasi viscerali, sono dei nervi scoperti pizzicati ad arte per solleticare le cupe fantasie dei nostri orecchi. Sembra musica composta in stato di trans con un pianoforte su cui è posato un bicchiere di Bourbon servito magari da un fantomatico barista di nome Lloyd. C'è anche un cane che abbaia!!! State solo attenti a non diventare pazzi.
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